ANTONY GORMLEY



OPENING: 15 MARZO 2002

ORARI: LUNEDI' - VENERDI', 10.30 - 13.30 / 15.30 - 19.00 

SEDE: VIA M. D'AYALA, 6 NAPOLI

  

Il 15 marzo con Antony Gormley la Galleria di Mimmo Scognamiglio inaugurerà un ciclo di mostre ispirato a Raimondo de Sangro, uno dei protagonisti della prestigiosa storia artistica e culturale di Napoli. Senza dubbio uno dei personaggi più affascinanti e significativi di tutto il Settecento. La sua strabiliante versatilità d’interessi — scientifici, artistici e letterari — ha suggerito l’idea d’incentrare attorno alla sua figura (ed ai tanti ambiti di ricerca cui si è dedicato) una rassegna, con il  coinvolgimento di numerosi artisti internazionali, tra cui Max Neumann, James Brown, Marina Nunez, Adam Fuss, Giovanni Rizzoli, Mimmo Paladino, Lello Lopez ed altri, da ospitare nella galleria di Mimmo Scognamiglio a Napoli.

Gli spazi della galleria saranno messi a disposizione degli artisti come un laboratorio, una sorta di Stanza della Fenice per linguaggi artistici dei nostri giorni.

A Raimondo de Sangro, scienziato poliedrico, scrittore fecondo, studioso di esoterismo, inventore brillante, militare di inaudito valore, esponente di spicco della massoneria – si deve la sistemazione della Cappella sepolcrale dei Sansevero nel centro storico di Napoli, per la quale si affidò ai migliori artisti locali dell’epoca (Francesco Celebrano, Francesco Queirolo, Paolo Persico, Antonio Corradini e Giuseppe Sammartino), che modellarono opere emblematiche di quel secolo, come il Cristo Velato  e la  Verità Velata.

L’immagine di insieme della Cappella è quella di un piccolo scrigno d’arte, avvolta in un alone di fascino e di mistero. Sottostante la Cappella  - uno dei luoghi sacri più visitati della città -  si trova la stanza della Fenice, il laboratorio del Principe, dove, come ricorda la “Breve nota di quel che si vede in Casa del Principe di Sansevero”  (a cura di Augusto Crocco, 1767) si vedono due macchine anatomiche, o, per meglio dire, due scheletri, di un maschio e di una femmina, nei quali si osservano tutte le vene, le parti interiori del corpo e del cranio. Mirabile poi per delicatezza, il feto nel grembo della madre, che è possibile osservare da ogni parte. Questi corpi per essere tutti interi, e per come sono stati realizzati, si possono dire unici in Europa.

Così come per il grande intellettuale settecentesco, per cui la ricerca mirava ad analizzare le possibilità dell’umana esistenza che erano e sono racchiuse nell’involucro corporeo, la ricerca di Antony Gormley ha sempre mirato a ri-creare una forma di rappresentazione del corpo umano che ne mettesse in luce tutte le qualità, le attitudini e le potenzialità. Il suo è un tentativo di rappresentare, attraverso il corpo, la vita da un punto di vista interiore, esistenziale. Tutto ciò in cui gli uomini credono, tutto ciò che pensano, tutto ciò che riescono ad esprimere, passa attraverso il corpo e sempre attraverso questo viene comunicato. Gormley mette apertamente in evidenza questo “tramite” e mostra tutte le possibilità espressive della figura umana, con stupore dell’osservatore che riscopre nelle sue sculture sempre, sorprendentemente, un riconoscibile atteggiamento.

Le “figure umane” che l’artista crea sono talmente espressive che pervadono lo spazio in cui sono contenute, che più che un contenitore diviene parte dell’opera, così come avviene per la Cappella S. Severo ed il Cristo Velato.

Nella mostra presso la Galleria Scognamiglio Gormley presenterà due lavori tipologicamente inediti.

 


BIOGRAFIA

Antony Gormley nato a Londra nel 1950, vive e lavora nella capitale britannica.