IF BEES ARE FEW
curated by Antonio D'Amico
IF BEES ARE FEW
curated by Antonio D'Amico
OPENING: 19 DICEMBRE 2019 dalle 19:00
PERIODO: 20 DICEMBRE 2019 – 20 MARZO 2020
"Per fare un prato occorrono un trifoglio ed un’ape,
Un trifoglio ed un’ape
E il sogno.
Il sogno può bastare
Se le api sono poche."
Emily Dickinson
La mostra
indaga le diverse modalità di fruizione delle immagini che appartengono al
quotidiano e che possono essere vissute come punti di partenza per innescare
nuovi processi interpretativi.
Gli artisti coinvolti utilizzano tecniche differenti, come il disegno,
l’intaglio su carta, la ceramica, l’acquarello e materiali presi dal reale, per
declinare immagini che appartengono o rimandano al mondo naturale.
Maddalena Ambrosio esalta la semplicità di un elemento
immediatamente riconoscibile, decontestualizzando e snaturando la funzione
primigenia, per riflettere sulla smaterializzazione delle cose, sulla loro
fluidità e sulla nuova identità che possono assumere gli oggetti che rintraccia
e sceglie. Il tessuto abbandona la struttura che lo costringe dentro una forma
precostituita e si propaga nello spazio, la coltre di terra ricopre segreti che
l’artista intrappola sulla superficie nodosa e sinuosa di un vecchio elemento
dismesso, per dar vita a nuove dimensioni dell’essente. Emergono simulacri che
si lasciano osservare in religioso silenzio, con uno sguardo sempre ancorato
alla vita primordiale dell’oggetto ma contemporaneamente aperto verso i nuovi
valori dell’immaginifico.
La leggerezza è il filo conduttore del lavoro a cui si dedica Leila
Mirzakhani con meticolosità e pazienza, inglobando nelle sue
raffigurazioni elementi che generano suggestioni ricche di simbologie, storie e
fascinosi riferimenti alla propria cultura, quella iraniana. In questa
occasione l’artista presenta un intreccio di due tecniche, unendo il video alla
carta, dove uno stormo di uccelli va alla ricerca di lidi migliori per trovare
casa, ovvero quel porto sicuro dove ci si sente protetti da tutto e da tutti.
La carta è poi il materiale prediletto con cui Mirzakhani si esprime, in quanto
gli concede l’immediatezza e la fluidità del tratto, attraverso un processo che
punta all’essenziale ma non rinnega l’esaltazione del dettaglio.
Gianluca Quaglia esplora l’intima relazione tra i diversi elementi
che compongono un paesaggio, soffermandosi sulla modalità di fruizione di
un’immagine e sulle diverse definizioni teoriche che risiedono alla radice del
rapporto uomo/natura. La scelta dell’artista di utilizzare semplici carte
decorate con fiori e animali, intagliate e sovrapposte, oppure tavole
scientifiche, nasce dall’intenzione di proporre figure immediatamente
riconoscibili, portando lo spettatore a generare un incontro di tensioni
opposte per sviluppare un’attenta osservazione. I giardini e i volati, ricavati
dall’estrazione della decorazione cartacea, suggeriscono una dimensione
transitoria, che è diversamente sviluppata nei pappagalli in ceramica, i quali,
posti su piedistalli, si celano al nostro sguardo mediante una copertura che
desta curiosità, stupore e desiderio di vedere ciò che sta sotto, che si ha
davanti agli occhi e che si sta osservando.
Balint Zsako adopera un approccio sciamanico nei confronti della
natura e realizza disegni che hanno il sapore antico di danze propiziatorie, riti
di passaggio spesso misteriosi che raccontano duelli sessuali, distorsioni
d’identità, intrighi o frazionamenti in cui gli alberi sono protagonisti
ancestrali. I suoi racconti rimandano a gestualità primordiali, dove non c’è
spazio per la razionalità e l’ordine ma impera l’impulsività tra le diverse e
opposte energie delle cose, rese visibili con il potere del colore. L’arcaica
magia delle danze diventa incontro tra uomini, sovrapposizioni di corpi, giochi
di elementi che appartengono alla terra e ci lasciano immergere in un mondo
fatto di simboli oscuri da interpretare.
Il percorso espositivo è dunque un invito all’osservazione che innesca un
processo in cui la natura si rivela cosa viva, con cui entrare in stretta
relazione, mostrando punti di orientamento veri o presunti, per condividere con
lo spettatore un viaggio in cui il cielo è sempre pieno e vuoto di nuvole. E, se
le api sono poche, si ricorre all’essenzialità, che contiene purezza e
seduzione di ciò che si sta guardando. Ogni artista è in grado di generare immaginari e pensieri amplificati rispetto
al punto di partenza e, proprio perché le api sono poche, ciascuno
suggerisce con il proprio lavoro una diversa e originale proposta in cui è
possibile riconoscere se stessi.
OPENING: DECEMBER 19th 2019 from 7:00 pm
PERIOD: DECEMBER 20th 2019 – MARCH 20th 2020
"To make a prairie it takes a clover and one bee,
One clover, and a bee,
And a revery.
The revery alone will do,
If bees are few."
Emily Dickinson
This exhibition explores different ways of employing familiar images, that can be experienced as a trigger for new interpretative processes.
The artists resort to different techniques, such as drawing, carving on paper, ceramics, watercolors and common materials, to describe images that recall the world of Nature.
Maddalena Ambrosio (Naples, 1970) highlights the simplicity of an easily recognizable element. By decontextualizing its primary function, she reflects about the disappearance of things, their fluidity and their new identities. Thus, az\ fabric leaves its pre-established structure and spreads into space; a soil blanket covers secrets that the artist traps onto the old knobby surface of a discarded element, and gives birth to new dimensions of the beingness. The viewer is called to observe silent idols, by keeping a memory of the primordial life of the object and, at the same time, by looking to the new values of imagery.
Lightness is the theme behind the work of Leila Mirzakhani (Teheran, 1978). She commits with meticulousness and patience, embedding in her depictions elements full of symbolism, stories and charming references to her Iranian culture. Here the artist presents a mix of two different techniques, connecting video art and paper, where a flock of birds fly towards new places to call home, to a safe harbour where to feel protected from everything. Paper is Mirzakhani’s favourite material, a media that allows her to express spontaneity and fluidity, through a process that looks to the essential without limiting the exaltation of the detail.
Gianluca Quaglia (Milano, 1978) explores the intimate relationship between the various elements that compose a landscape, lingering on the ways of looking at an image, and on the different theoretical meanings at the bottom of the relationship between human beings and Nature. The artist chooses plain papers garnished with flowers and animals, carved and overlapping, or scientific tables. His aim is to take the viewer to feel opposed tensions in order to develop a careful observation. Gardens and birds, derived from the extraction of paper decoration, suggest a transitional dimension. This evolves differently in the ceramic parrots which, standing on pedestals, hide from our sight with a strange lid that makes us want to see what’s underneath.
Balint Zsako (Budapest, 1979) acts like a shaman towards Nature, by realizing drawings that recall propitiatory dances, misterious rites of passage that are sexual duels, change of identites, intrigues driven by trees. His stories leave no room to rationality and order, but rather it’s impulsivity the driving force of things, made visible by the power of color. The ancient magic of dances becomes a meeting of bodies and earthly elements, and let us drift in a world made of shadowy symbols.
The exhibition is thus an invitation to discover the vitality of Nature and to start a journey towards places where skies are always blue and empty of clouds. And, if bees are few, essentiality comes to the rescue, along with purity and seduction. Each artist is able to generate imageries and thoughts that are magnified compared to their starting points. And since bees are few, each of them suggests with her/his work a different and unique proposal where one can find oneself.
ARTISTS ON DISPLAY: Maddalena Ambrosio | Leila Mirzakhani | Gianluca Quaglia | Balint Zsako