BETTY BEE

Incantesimo Lunare



 OPENING: 15 MAGGIO 2004

PERIODO: 16 MAGGIO - 18 GIUGNO 2004

SEDE: MUSEO CASTEL NUOVO - SALA CARLO V



La mostra consisterà in una grande installazione che occuperà  tutta la sala Carlo V del Castel Nuovo. Essa riprodurrà con materiali plastici e resine un paesaggio lacustre, con lago, sponde di terra, e vegetazione. L’installazione intenderà coinvolgere emotivamente il pubblico, giocando sull’effetto sorpresa di ritrovare un paesaggio naturale nell’interno di un’edificio. Nella stessa sala sarà proiettato un video che raffigrerà  la luna con il volto della stessa Betty che, come un mimo, con diverse espressioni manifestrerà diversi stati d’animo: le emozioni suscitate dalla vista del paesaggio.

A completamento della mostra è previsto, come più sopra si è accennato, un catalogo a colori in cui si rappresenti la contaminazione tra la vita reale e la vita artistica di Betty Bee: conterrà la storia dell’artista a fumetti (dipinta da lei stessa), fatti di cronaca della sua stessa vita, una cronologia ragionata delle principali opere della sua carriera, il tutto accompagnato da testi critici e biografici di importanti critici e giornalisti italiani e stranieri. In sostanza il catalogo costituira un’originalissima opera autonoma dal titolo Matrioska.

L’energia della cultura popolare che contamina quella ufficiale, rendendola così unica e vitale, è l’elememto ricorrente  del lavoro di Betty Bee. Esso nasce dal rapporto profondo che lega l’artista alla città e che rende le sue opere così fortemente autobiografiche. La mostra dell’artista intende esplorare e manifestare questo rapporto, raccontando, attraverso un catalogo che rappresenti la vita dell’artista, cosa significa essere un artista oggi a Napoli e come con la creatività, caratteristica che contraddistingue la personalità di chi vive in questa città, si possono raggiungere importanti traguardi.



BIOGRAFIA

Nel lavoro di Betty Bee (Napoli 1963) arte e vita si intrecciano senza poter essere separate: è lei stessa la sua opera principale, l'immagine polimorfa, provocatoria, eccessiva a cui attorno tutto ruota. Mettendo in scena la sua storia, il suo modo di essere, con teatralità, immediatezza, amore per il kitsch e vitalità, Betty si riallaccia a un atteggiamento poco presente nell'arte italiana, quello che privilegia all'oggetto estetico il progetto esistenziale, al prodotto il comportamento, anche se il suo essere personaggio 24 ore su 24 è poi formalizzato in opere, testimonianze, che siano fotografie, video o quadri, più simili a tracce, a episodi, a emanazioni di sé, che non a lavori isolati e autonomi.

Accanto a lavori narrativi e alle molte performance dal '94 compaiono fotografie che la ritraggono nei panni di una tipica sposa meridionale, di un travestito, di una call-girl, in un'esplorazione dell'idea di femminilità più estrema, caricata, stereotipata. Stessa temperatura, anche se a prima vista spiazzanti per il segno ingenuo e quasi infantile, hanno i suoi lavori più pittorici, realizzati utilizzando insieme ai colori materiali appartenenti alla quotidianità di ogni donna: cosmetici, passamanerie, farina, zucchero.