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GIOVANNI MANFREDINI | JAUME PLENSA

 

OPENING: 16 DICEMBRE 2001

PERIODO: 17 DICEMBRE 2001 - 27 GENNAIO 2002


Manfredini continua la propria ricerca sul “corpo”. E allo stesso modo in cui la musica, corpo e danza si fondono insieme nel balletto, il corpo dell’artista Manfredini si fonde con la materia, oggetto della pittura. La costruzione del lavoro, sia che si tratti delle grandi opere che di quelle più piccole su carta, è la stessa: l’artista utilizza elementi naturali, un impasto di colla vinilica, acqua e polvere di conchiglia, che, dopo essersi asciugato, viene aggredito dal fuoco e dal nerofumo. Le immagini vengono “alla luce” togliendo una parte di quel velo di fumo, grazie ad un vero e proprio calco corporeo: è un contatto tra due pelli, è un’osmosi tra due verità, il corpo di Giovanni Manfredini e quello della superficie trattata col fuoco. E quando l’artista si “stacca” dall’opera, lascia lì la propria impronta, carica di energia positiva e di luce. Si potrebbe dire che egli ha fatto nascere un nuovo “ego” che prende vita con e nella pittura. Finora non si era mai visto niente di simile: il lavoro di Manfredini è assolutamente originale.

Se Manfredini evidenzia attraverso il calco del proprio corpo l’interiorità del suo essere, Jaume Plensa fa uso di elementi che lo circondano, che sono reali, non più soltanto di quanto c’è di naturale, ma anche di artificiale, materia, luce, suoni, emozioni, sensazioni ad essi legate, per arrivare ad una sintesi di linguaggio tale da raggiungere quel “quid” espressivo che chiamiamo arte. I materiali diventano involucri di vetro, la luce dei neon acconpagnata da suoni, si espande in tutto l’ambiente creando una condizione di totale avvolgimento emotivo, ed è, in questo ambiente, che isola la mente, che ritrovi, attraverso le emozioni scaturite da quei suoni e quelle luci, l’origine recognita dei pensieri.

Plensa recupera non più il versante formale, come era già nei suoi lavori precedenti, ma anche quello più etereo, spirituale, a volte specificatamente mentale, perché permette di riflettere le vibrazioni dei materiali. L’ artista ha recuperato alle proprie opere il ruolo di contenitori protettivi del vuoto in un silenzio alternativo al fracasso del presente.


Giovanni Manfredini è nato a Pavullo sul Frignano (Mo) nel 1963.

Nel biennio 1992 - 93  sviluppa in modo decisivo la sua ricerca di un linguaggio nuovo aperto al rapporto tra la superfice dell’opera e il potenziale vivente della materia organica. E’ del 1993 il primo quadro VIVI, un passaggio fondamentale per i successivi esiti formali ed etici dell’opera. 

Tra le sue personali, oltre quella di Napoli nell’aprile 2000 sempre alla galleria di Mimmo Scognamiglio, sono da ricordare quelle alla Fondazione Mudima di Milano (1996), alla Palazzina dei Giardini di Modena (1997), allo Spazio Aperto della Galleria d’Arte Moderna di Bologna (1998), alle gallerie Otto e a No Code di Bologna, insieme a Gilberto Zorio, alla galleria Girondini di Verona, alla galleria Triebold di Basilea, alla galleria Mudima2 di Milano e allo StadtMuseum di Waiblingen a Stoccarda nel 2001, ha inoltre in preparazione mostre personali a Madrid, Amburgo e Colonia.

Ha partecipato ad importanti mostre collettive tra cui Minimalia, esposizione ia cura di Achille Bonito Oliva a Venezia, Roma e PS1 di New York, Arte Italiana. Ultimi quarantanni. Pittura iconica, presso la Galleria d’Arte Moderna di Bologna e The opening presso lo S.M.A.K. Stedelijk Museum di Gand. 

Del suo lavoro hanno scritto Danilo Eccher, Walter Guadagnini, Flaminio Gualdoni, Jan Hoet, Tommaso Trini, Alberto Fiz, Gianluca Ranzi, Helmut. Herbst e Achille Bonito Oliva.

 

Jaume Plensa, nasce  a Barcellona nel 1955.

A partire dal 1979 ha iniziato ad esporre in  Spagna fra Barcellona e Madrid. Nel 1987 ha esposto presso lo spazio Halle Sud di Ginevra, nel 1988 ha tenuto mostre personali a Lione al Musée d’Art Contemporain e alla galleria Skulima di Berlino. Dopo una personale a New York presso la Sharpe Gallery, nel 1990 ha partecipato in Italia all’esposizione Il mondo delle torri: da Babilonia a Manhattan al palazzo Reale di Milano ed è stato invitato in Giappone a Barcelona Avant-Gard Part. 2. Nel 1992 ha vinto il premio per le arti plastiche della rivista spagnola Ojo Critico, primo di una serie di premi che lo vedranno protagonista. In Italia Plensa ha esposto a Firenze presso la galleria Gentili nel 1992, a Modena presso la Galleria Civica, a Napoli nel 1996 nella galleria Mimmo Scognamiglio e a Verona a .Palazzo Forti nel 1998. Nel 1996 è stato invitato a Prato, nell’ambito del progetto Sarajevo 2000, alla collettiva Ars Aevi 2000, organizzata dal centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci. Ha realizzato mostre personali in alcuni importanti musei come: Galerie Nationale du Jeu de Paume a Parigi, Malmö Konsthalle a Malmö, Fondation Miro’ a Barcellona, Reina Sofia a Madrid, The MAC, The McKiney Avenue Contemporary a Dallas.

OPENING: DECEMBER 16, 2001

PERIOD: DECEMBER 17, 2001 - JANUARY 27, 2002


Manfredini continues his research on the "body." And in the same way that music, body and dance merge together in ballet, the artist Manfredini's body merges with matter, the object of painting. The construction of the work, whether large works or smaller ones on paper, is the same: the artist uses natural elements, a mixture of vinyl glue, water and shell powder, which, after drying, is attacked by fire and carbon black. The images come "to light" by removing part of that veil of smoke, thanks to a real body cast: it is a contact between two skins, it is an osmosis between two truths, Giovanni Manfredini's body and that of the fire-treated surface. And when the artist "detaches" from the work, he leaves his own imprint there, charged with positive energy and light. One could say that he has given birth to a new "ego" that comes to life with and in painting. Until now, nothing like this had ever been seen.Manfredini's work is absolutely original.

If Manfredini highlights through the cast of his own body the interiority of his being, Jaume Plensa makes use of elements that surround him, that are real, not only more than what is natural, but also what is artificial, matter, light, sounds, emotions, sensations related to them, to arrive at a synthesis of language such as to achieve that expressive "quid" that we call art. The materials become glass envelopes, the neon light accompanied by sounds, expands throughout the environment creating a condition of total emotional envelopment, and it is, in this environment, that isolates the mind, that you find again, through the emotions triggered by those sounds and lights, the recognita origin of thoughts.

Plensa recovers no longer the formal side, as it was already in his previous works, but also the more ethereal, spiritual, sometimes specifically mental, because it allows to reflect the vibrations of the materials. The 'artist has recovered to his own works the role of protective containers of the void in an alternative silence to the din of the present.


Giovanni Manfredini was born in Pavullo sul Frignano (Mo) in 1963.In the two-year period 1992 - 93 he decisively develops his search for a new language open to the relationship between the surface of the work and the living potential of organic matter. The first VIVI painting dates from 1993, a fundamental passage for the subsequent formal and ethical outcomes of the work. 

Among his solo shows, in addition to the one in Naples in April 2000, again at Mimmo Scognamiglio's gallery, are those at the Fondazione Mudima in Milan (1996), at the Palazzina dei Giardini in Modena (1997), at the Spazio Aperto of the Galleria d'Arte Moderna in Bologna (1998), at the Otto galleries and at No Code in Bologna, together with Gilberto Zorio, at the Girondini gallery in Verona, at the Triebold gallery in Basel, at the Mudima2 gallery in Milan, and at the StadtMuseum of Waiblingen in Stuttgart in 2001; he also has solo exhibitions in Madrid, Hamburg and Cologne in preparation. 

He has participated in major group exhibitions including Minimalia, an exhibition curated by Achille Bonito Oliva in Venice, Rome and PS1 in New York, Arte Italiana. Last Forty Years. Pittura iconica, at the Galleria d'Arte Moderna in Bologna and The opening at the S.M.A.K. Stedelijk Museum in Ghent. Danilo Eccher, Walter Guadagnini, Flaminio Gualdoni, Jan Hoet, Tommaso Trini, Alberto Fiz, Gianluca Ranzi, Helmut have written about his work. Herbst and Achille Bonito Oliva. 


Jaume Plensa, was born in Barcelona in 1955.

Starting in 1979 he began exhibiting in Spain between Barcelona and Madrid. In 1987 he exhibited at the Halle Sud space in Geneva.In 1988 he had solo exhibitions in Lyon at the Musée d'Art Contemporain and at the Skulima gallery in Berlin. After a solo show in New York at Sharpe Gallery, in 1990 he participated in Italy in the exhibition Il mondo delle torri: da Babilonia a Manhattan at the Palazzo Reale in Milan and was invited to Barcelona Avant-Gard Part. 2 in Japan. In 1992 he won the Spanish magazine Ojo Critico's plastic arts prize, the first in a series of awards that would feature him. In Italy Plensa exhibited in Florence at the Gentili Gallery in 1992, in Modena at the Galleria Civica, in Naples in 1996 at the Mimmo Scognamiglio Gallery, and in Verona at .Palazzo Forti in 1998. In 1996 he was invited to Prato, as part of the Sarajevo 2000 project, to the collective exhibition Ars Aevi 2000, organized by the Luigi Pecci Center for Contemporary Art. He has had solo exhibitions in some important museums such as: Galerie Nationale du Jeu de Paume in Paris, Malmö Konsthalle in Malmö, Fondation Miro' in Barcelona, Reina Sofia in Madrid, The MAC, The McKiney Avenue Contemporary in Dallas.