David Lindeberg

 

OPENING: 19 GENNAIO 2015 

PERIODO: 19 GENNAIO 2015 – 31 MARZO 2015

 

La galleria Mimmo Scognamiglio artecontemporanea è lieta di presentare  negli spazi di via Ventura 6 una nuova mostra dell'artista David Lindberg. 

I lavori di Lindberg creano una combinazione tattile di trasparenza, leggerezza e resistenza. La vetroresina risolve l’idea e  la forma: “colando lentamente dall’alto verso il basso, la genesi dell’opera non è controllata, e  prende vita in maniera spontanea”.

Per la sua solo exhibition,  Lindberg ha creato una nuova momumentale installazione mostrata accanto alle opere e sculture più recenti. Per l’artista americano naturalizzato olandese, Milano non rappresenta di certo una novità: noto è il suo intervento alla sede dell’università Bocconi.

La ricerca di Lindberg si focalizza sui materiali e sul loro comportamento. Una sintesi tra l’arte povera contemporanea, pop-art e art noveau: materiali poveri che studiati, controllati, rivisitati ed elaborati offrono nuove chiavi di lettura della quotidianità. Strato su strato la resina epossidica cristallizza esperienze, emozioni e vissuto accomunati sotto lo stesso denominatore della casualità.

E’ così che la quotidianità e flussi di vita tanto diversi sono condensati in forma e colore così casuali. A Lindberg fanno comunemente eco i termini ambra e cristallo. Il passo successivo consiste nell'addentrarsi dentro ciò che questi materiali evocano, ovvero lo spazio ed il tempo. L'opera si crea cristallizzando attimi di vita e quotidianità.

Anche se negato dal proposito d'artista, le sue opere si accavallano per risultato formale alla produzione di design degli ultimi decenni. Diventa così innegabile che una forma di progettualità è congenita nella genesi dei suoi lavori. Progetto che viene consapevolmente mutato dall'imprevedibilità dei materiali utilizzati. L'artista è una sorta di demiurgo che plasma la materia lasciando il suo futuro ad un caso senza predestinazione. E’ un susseguirsi di binomi  e contraddizioni: trasparenza ed opaca impenetrabilità, freddezza del materiale e seduzione delle forme, lucentezza delle superfici levigate ed irregolarità della materia.

Visitare la mostra non significa dunque dover cercare un senso logico o un concept delineato, ma lasciarsi guidare dai sensi e dalle sensazioni, che sempre più rischiano di rimanere assopite e relegate ad un ruolo subordinato del pensiero. 

OPENING: JANUARY 19, 2015
PERIOD: JANUARY 19, 2015 - MARCH 31, 2015


Mimmo Scognamiglio artecontemporanea gallery is pleased to present in the spaces of Via Ventura 6 a new exhibition by artist David Lindberg.

Lindberg's works create a tactile combination of transparency, lightness and strength. Fiberglass resolves idea and form: "slowly pouring from top to bottom, the genesis of the work is not controlled, and it comes to life spontaneously. "

For his solo exhibition, Lindberg has created a new momumental installation shown alongside his most recent works and sculptures. For the naturalized Dutch-American artist, Milan is certainly nothing new: his intervention at the Bocconi University campus is well-known.

Lindberg's research focuses on materials and their behavior. A synthesis of contemporary arte povera, pop-art and art noveau: poor materials that studied, controlled, revisited and elaborated offer new keys to interpret everyday life. Layer upon layer the epoxy resin crystallizes experiences, emotions and lived experience united under the same denominator of randomness.

This is how the everyday and such different streams of life are condensed into such random form and color. Lindberg is commonly echoed by the terms amber and crystal. The next step is to delve inside what these materials evoke, namely space and time. The work is created by crystallizing moments of life and everyday life.

Although denied by the artist's purpose, his works overlap in formal result with the design production of recent decades. It thus becomes undeniable that a form of design is congenital in the genesis of his works. Design that is consciously mutated by the unpredictability of the materials used. The artist is a kind of demiurge who shapes the material, leaving its future to chance without predestination. It is a succession of binomials and contradictions: transparency and opaque impenetrability, coldness of material and seduction of forms, shine of polished surfaces and irregularity of matter.

Visiting the exhibition therefore does not mean having to search for a logical sense or an outlined concept, but letting oneself be guided by the senses and sensations, which are increasingly in danger of remaining dormant and relegated to a subordinate role of thought.